E come un sasso gettato
smuove il corso calmo
di un fiume,
la solitudine dentro
apre una voragine grande
come il mare
che quel fiume va a versare.
E nascono allora le onde.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
smuove il corso calmo
di un fiume,
la solitudine dentro
apre una voragine grande
come il mare
che quel fiume va a versare.
E nascono allora le onde.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
mi resta comunque
la voglia di andare,
non occorre lontano
solo quello che vedo
attraverso una finestra,
dalla poltrona che è il
mio riposare migliore,
una tazza di vuoto mangiare
che del gusto s'è perso
anche quel dolce di panna
che amavo sulle fragole rosse.
E che altro che non aspettare,
mi rimane comunque
il desiderio di amare
quel piccolo o grande momento
quando un raggio di sole
attraversa il verde e pesante
tendaggio a coprire
quello che avrei voglia di toccare,
odorare, sorvolare,
mentre sogno, perchè quello rimane,
un campo di grano
pieno di papaveri rossi
con mia madre che urla il mio nome.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Dipinto di Boris Grigoriev
il silenzio mi afferra la mano
mi stringe nel cuore
e mi chiude la bocca e il pensiero,
non ho parole
da dare calore,
luce e passione,
ho finito sul mare
il mio viaggio di relitto
arenando sul tuo lido di fame
e di rena assolata
dispersa come
un cane rabbioso
alla ricerca del sale.
Ho lasciato soltanto,
prezioso e furtivo,
nel mio cielo di un tempo stellato,
il capriccio di avere
la luna maggiore
a darmi calore,
poi di nuovo il silenzio
quello pieno, stavolta,
di mille parole,
tutte quelle che non ti dico
e cortesemente,
ti ripeto e mi impongo:
Scusa ma non parlo!
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Photo by Jumy-M Self Portrait
di una fantasia,
i bisogni odierni
e la frenesia dei giorni,
scorre come un fiume
lento verso il mare
il pensiero di percepire ancora
sul filo d'erba
in un vecchio casolare,
sulla collina e senza mare,
la brezza salata
e la dolce serenata
di nuvole autunnali
che spazzano i calori
e portano quei freddi
che gelano nel cuore.
Oltre, sul confine,
resti di una casa,
vuoto nelle stelle,
foglie sparse e rami secchi,
oltre, sul confine,
la mia malinconia.
Roberto Busembai (errebi)
Photo by Luis Boccuti
il grido degli uccelli
in un silenzio cupo
senza sole,
vorrei provare amore
in un deserto antico
sommerso dalla sabbie
in oasi prosciugate,
vorrei saperti ancora
come materia viva,
colore puro e anima parlante,
cibo della vita.
Vorrei è condizionale,
l'ombra che mi staglia
sul cuore e sulla faccia
è presente puro,
vorrei colorare il mondo
ma non ci sono colori
e pennelli pure.
Vorrei sentire
un grido , un bacio, una carezza
e poi anche se grigio
l'infinito è pur sempre aperto.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: Photo by Lukasz Wierzbowski
e credo anche forte,
lo vedo dalle nuvole nere
che si affollano nel cielo,
ma io sono previdente
e mi riparerò con un ombrello,
quello che mi porto sempre appresso,
non per incitare alla pioggia
ma per abbandonarci il peso
del mio corpo lento e insicuro.
Sicuramente cambia il tempo
e non solo quello naturale,
nuvole affollano le strade
e rondini non conoscono
più il loro nido abbandonato,
non è l'autunno quello che io provo,
ma l'inverno degli altri
e non ho, qui, alcun riparo
che mettermi seduto
mesto e triste,
a guardare.
Sicuramente sarà tutto diverso,
ma purtroppo o per fortuna
non avrò più tempo.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web: photo by mustafakilinc-fotograf-ca
dai suoi colori ambrati,
da quel rosso caldo
e dai gialli intensi,
non fatevi illudere
dai suoi tepori dolci
dai refrigeri di
prime piogge sparse,
dai venti rigeneranti
che spazzano le menti,
non fatevi abbindolare
dalle parole insite
nei frutti e fiori
dai miscugli di zuccheri
o ultimi tocchi di pennello,
non fatevi incantare
l'autunno non è altro
che un inverno
travestito di colori,
un patire dentro
con il sorriso fuori.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
Roberto Busembai (errebi)
Photo d'ispirazione di un caro amico Luis Boccuti
stanotte è avvenuto
un incontro,
il frizzante mese settembrino
ha accolto nel suo ultimo giorno
il mesto e lento mese ottobrino.
Insieme hanno bevuto
un buon vino novello genuino
una fetta di torta di mele
e poi a sorpresa
il furbo settembre
ha lasciato sul tavolo un
trenta giorni vuoti
e scappando come una lepre
ha detto al suo compagno:
" Ora pensaci te, io ne ho abbastanza".
Ecco perchè in questo nuovo mese
c'è da vederne di tutti i colori.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
Saliremo insieme e non ci sarà più la corsa della vita, ci incontreremo sul quel balcone lasciandoci dietro le antiche scale del tempo. Non ...