Erano giochi infantili,
erano scoperte
di lidi nuovi o cieli aperti,
erano parole di pasta
comune e secca
tra le mani,
e scivolavo nella fantasia
di scriverti ti amo
tanto per sentito dire
o solo perché qualcosa
già tremava nel cuore.
Erano parole dettate
solo dalla sorte
di un gioco innocente
dettato solo dal bisogno
o dal grande desiderio
di averti accanto.
Oggi ho tra le mani ancora
quei segni di scrittura
dispersi come su una lavagna
e cerco di ricomporli,
vorrei dirti la stessa cosa,
ti voglio bene,
ma la lontananza ed il silenzio
è più vasto del mare e dell’immmenso
e scrivo con la solita pasta,
mamma,
con l’impeto e il desiderio
che fosse sempre Natale.
Roberto Busembai (errebi)
Immagine web
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