Languido forse è il ricordoche mi trascino appressocome un sentimento vago,sono ormai giuntoa dove non si vorrebbe mai arrivare,e nonostante tuttocerco di trascinarmi dietrotutto quello che vi potrebbeaver fatto male,mi sforzo di sorrideredi far del mio lasciarviuna grande festa piena d’emozioni,vi rinnovo quello che nessunovi abbia mai potuto donare,una speranza fortedi un uomo capacedi far rivoluzione dentro i cuorie risorgere negli animiquel forte amore,e tento pur sapendo di nonesserne capace,di portarvi via quello che vi dole,tutta la cattiveria, la presunzione,l’egoismo e l’indifferenzache poi in poche parolefanno nell’insiemequella che voi chiamate guerra.Ho il passo lentoma non mi affanno,vi lascio luci e sfarziperché possiate ricordarmie con la mia vera consolazionedi credervi tutti, in questa terra,altrettanto buoni.Mi chiamano dicembreil mese dell’inverno,non è la stagione che mi turbama il vostro gelo interiore,il silenzio forzatole brutte parole,sono dicembre il mese dell’addiovado con cautela sperandoche nel nuovo annotroviate il coraggioe la consapevolezzadi saperlo viverecon riguardevole coscienzae sentita pace dentro il cuore.Ora festeggiamo con i calici pieniil mio ultimo momentolungo quanto un camminolento come il sognoveloce come il tempochiaro come la luce.
Roberto Busembai (errebi)
Photo by Errebi (Roberto Busembai)