MI TASTO
Devo stringermi
la pelle ormai vetusta
per riconoscere
la vita in questa grama
sorte di deriva o secca marina,
devo farmi male
anche corporalmente
per conoscere e svegliare
questa stanca e assonnata cadenza
di un nulla che apre tutte le porte,
devo stringermi forte
per sapermi vivo
e libero di farlo
ancora nel mio intimo
segreto personale,
attimo di luce
che ho sempre conosciuto.
Mi tasto e forse vivo
o almeno credo di poterlo fare.
Roberto Busembai (errebi)
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