Speravo fosse un sognopurtroppo era reale,
avevo acquistato un libro,
uno dei tanti che mi piace avere,
era accattivante già dalla copertina,
rigida, multi colorata, dai disegni
strani e variegati,
un titolo scritto in caratteri
quasi dorati, attraenti,
“L'uomo in questo presente”.
Mi affascinava il contenuto,
immaginavo l'evolversi
della specie umana, in questo secolo,
i cambiamenti tecnologici
e gli sviluppi su ogni materia,
partendo dagli studi di medicina,
già mi aspettavo un'esposizione
dell'evoluzione intellettuale,
della conquista dei valori,
dei principi basilari,
delle libertà conquistate
su ogni campo e generazione,
la fratellanza, la caduta dell'emarginazione.
Appena l'ho aperto
la cosa che mi ha un poco
turbato è stata quella
di non trovare un indice,
persino in fondo alle ultime
pagine ho guardato,
e mi sono anche impressionato
perchè un libro senza capitoli
è dura da poterlo leggere
e ricordare, ma al contempo ero
sempre più affascinato.
Il libro aveva tutte le pagine bianche,
non una parola, nessuno scritto,
nessuna immagine o commento,
nessuna nota con numero a dare spiegazione,
l'ho scorso velocemente
direi con pura angoscia e quasi terrore,
arrivando all'ultima pagina
dove c'erano soltanto queste parole:
“ Io mi rifiuto di scrivere
le cose di sempre,
le invidie e i rancori,
gli odi e i soprusi,
le guerre e le violenze,
l'ignoranza e la derisione,
mi rifiuto perchè speravo
di scrivere cose nuove
e non quelle di sempre
in questo secolo
che si identifica civile e avanzato”.
Ho immaginato una strada
asfaltata con le sue crepe naturali,
un approssimativo disegno di un ramo inesistente
dove l'uomo ha appiccicato delle foglie vere
soltanto come parvenze, il resto NIENTE.
Roberto Busembai (errebi)
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